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Vincenzo Morabito, Laziale vero

A seguito delle decine di minacce ricevute da parte dei tifosi romanisti, Vincenzo Morabito, noto agente FIFA e tifoso Laziale, ha così risposto:

Laziale, uno stile di vita

A giudicare dalle recenti reazioni di tanti "nobiluomini" a certe mie critiche verso la tutelatissima as roma, direi che probabilmente ho colpito e affondato, tanto per usare un termine da battaglia navale. Autocritica ed educazione sono due vocaboli che non fanno parte del vocabolario romanista, questo lo sapevo ma negli ultimi giorni l'ho provato sulla mia pelle. Le decine di minacce ricevute in privato, gli anatemi che mi sono stati lanciati da opinionisti e giornalai (ups volevo dire giornalisti) romanisti mi hanno confermato che c'è molta sofferenza da parte loro quando vengono attaccati. In una puntata di Controcampo feci notare che Totti è un calciatore plurisqualificato e pluriespulso (malgrado certe tutele, vero Rizzoli?). Apriti cielo, il Direttore Paolo Liguori, noto tifoso romanista, iniziò ad urlare (tipico dei giallorossi) che io non avevo diritto a parlare.
Bellissimo esempio di democrazia, ma d'altro canto basti vedere la qualità dei giornalisti e opinionisti laziali per rendersi conto che la classe biancoceleste non è acqua. Il leit motiv dei romanisti è da sempre "cantarsela e suonarsela". Non a caso alcuni giornalisti sono dei veri e propri soldatini che hanno giurato fedeltà eterna a trigoria. Guido D'Ubaldo, Piero Torri, Mimmo Ferretti, Roberto Renga, Ugo Trani autori delle classiche interviste a calciatori famosi che rivelano "voglio solo la Roma"(vedi qui). Peccato poi che puntualmente la roma non voglia (anzi non possa) permettersi l'Henry o il Drogba di turno. Per non parlare della sfilata estiva annuale con tutti i componenti della società dal Presidente al magazziniere che dichiarano il fatidico "sarà la nostra stagione, vinceremo tutto" e puntualmente "campioni in estate, zeru tituli a primavera". Già loro di titoli ne hanno vinti tanti, ad iniziare dalla Coppa delle Fiere (trofeo ahimè per loro non facente parte del circuito UEFA) agli ultimi scudetti morali con tanto di DVD e copertina con la sigla del Gladiatore. Ma si sa loro sono un po’ così chiassosi, rumorosi, goliardici (già loro ammazzano un tifoso lanciando un petardo da una curva all'altra e poi continuano ad inneggiare alla morte del povero padre di famiglia)… certo signore e signori questa è goliardia come goliardiche sono le coltellate (ups volevo dire pungicate) che ogni tanto regalano ai tifosi ospiti. La Lazio di Lotito finalmente si presenta già in precampionato con una campagna acquisti eccellente e i giornalai romani cosa fanno? Invece di lodare la prima squadra della capitale (eh si cari giallorossi la SS Lazio è nata 27 anni prima di voi), esaltano i grandi acquisti della roma (giovani e quasi sconosciuti) ad iniziare dal grande tecnico Luis Enrique (si proprio quello della gomitata ricevuta da Mauro Tassotti). Tecnico della seconda squadra del Barcellona con una grande personalità (così grande che si è portato dietro 5 assistenti, tra cui anche il mental coach che tradotto in italiano è uno psicologo!). Potevano confermare Montella o promuovere Alberto De Rossi... ma no gli americans hanno voluto qualcosa di più esotico, "l'erede di Guardiola", colui che gioca un calcio offensivo (si ma il Barca B ha anche incassato due reti a partita) e poi vuoi mettere Luis Enrique rappresenta la sfida, la rivoluzione...vabbhè contenti loro... intanto Delio Rossi è pronto in panchina... perché mi sa che le cicale giallorosse ad ottobre-novembre dovranno fare i conti con la classifica. Ho criticato Walter Sabatini. Apriti cielo Sabatini (ex Laziale alla corte di Lotito) non si critica si ama. Una specie di santone che si è presentato alla conferenza stampa fumando e con un look direi improbabile. Sabatini grande talent scout. Se alla Lazio faccio comprare una quarantina di calciatori per il calcolo delle probabilità alla fine mi ci scappa anche un Kolarov. Ma il povero Lotito si è ritrovato a dover pagare stipendi a calciatori modesti come Artipoli, Vignaroli, Keller, Bonetto, Del Nero, Carrizo (pagato tanti milioncini). 

A Palermo di Sabatini ricordano solo le innumerevoli Marlboro fumate durante le partite di calcio e anche in terra siciliana tanti calciatori acquistati ed ancora a libro paga. Certo la colpa non è del povero Sabatini (dopo anni passati tra Arezzo e Perugia, venuto alla gloria proprio in coincidenza con la fine dell'era Moggi). I magnati americani, i plurimilionari DiBenedetto e il famoso Pallotta facevano sognare. Che titoloni, che nomi… Mourinho, Guardiola, Ancelotti, Buffon, Drogba, Pastore... tutto archiviato. Preso possesso della roma hanno iniziato ad usare paroloni come new revolution, planning, business minded, Rome was not built in 5 years... insomma tanto fumo e poca ciccia. Ma loro, i riommers, sono supergasati. Non è arrivato Pastore? Ma chi se ne frega... avete visto Lamela... inseguito anche da Real Madrid, Arsenal e aggiungo io anche dai tifosi infuriati del River retrocesso (avete visto l'ultima partita... Lamela peggiore in campo). Kameni? ma l'ha voluto De La Pena (altro ex Laziale), insomma una garanzia e anche lui doveva andare a fare il secondo al Real Madrid. Insomma una squadra di seconde scelte. Nel frattempo venduti Doni, Riise, Mexes lasciato libero e Vucinic, Menez e Borriello in cerca di compratori. Mercato della roma da 9... e quello della Lazio? Hanno preso due pensionati... certo ma l'arzillo vecchietto (ha gli stessi anni di Eto’o e Ibra) Cissè l'anno scorso fece impazzire i giallorossi rifilandogli tre dei sei goal totali incassati contro il Panathinaikos. Laziali corrotti e truffaldini, dicono loro. Già il club degli onesti, dove il figlio del Presidente Viola tempo fa ammise la corruzione a favore dell'arbitro Vautrout, quello della semifinale contro il Dundee che aprì loro le porte della finale che per giustizia divina persero contro il Liverpool. I rolex sotto l'albero di natale degli arbitri... e che vuoi che sia na cosuccia... Le telefonate tra Pradè e Mazzini..."amore"... e chissà quanto altro che non è emerso… ma il tempo è galantuomo. Cragnotti truffatore, Lazio piena di debiti... ma stranamente la stessa banca Capitalia prima Unicredit poi è stata arbitra delle disgrazie laziali e ha operato un pirotecnico salvataggio della Italpetroli, la controllante dell'as roma.  

Senza Unicredit il destino della roma sarebbe stato ben diverso e malgrado tanti rumors (Soros, russi e arabi) alla fine Unicredit è dovuta recarsi negli USA in una sorta di viaggio della speranza per trovare la mitica cordata Di Benedetto che con quattro spiccioli si è imbarcato nella nuova avventura del soccer. Qualcuno potrebbe spiegare ai romanisti che un agente di calcio può essere libero di scegliere i clubs con cui vuole collaborare. La mia scelta, per coerenza, siccome sono tifoso laziale fino al midollo, è stata quella di non fare affari con la roma. Ho esternato sempre la mia passione per i colori Biancocelesti ma ciò non mi ha impedito di fare tanti affari con tutti i clubs del mondo (salvo la roma). A proposito ancora brucia loro la mia missione in terra serba per soffiargli Stankovic. Già ma io sono l'imbroglione, mi sarei spacciato per l'agente di Emerson. Falso. Avevo il mandato di Cragnotti e della Lazio ed Emerson con tanto di moglie (Sonia) lo incontrai in un piccolo ristorante a Leverkusen. Cragnotti decise di abbandonare la pista Emerson altrimenti anche quella volta sarebbero rimasti a mani vuote. Già Cragnotti-Morabito, l'era d'oro della Lazio... quanto gli brucia... con Guerino Gottardi portato da noi in Italia dalla Svizzera che vinse più titoli del loro capitano Totti. Era nel destino: quando il mio caro amico e maestro Sven Goran Eriksson fu chiamato ad allenare la roma di Viola mi volle con se come interprete. Mi fu offerto un contratto annuale a 5 milioni al mese nel 1984 (tanti tanti soldi per un ventenne). Stravedevo per Eriksson (l'allenatore del nostro ultimo scudetto) ma l'idea di lavorare a trigoria era quasi insopportabile... al punto che la prima volta che mi presentarono a Dino Viola lui mi guardò e con un'espressione di disprezzo mi disse "mi hanno detto che lei è Laziale" e io con orgoglio e gli occhi illuminati "si Presidente sono Laziale!"... il mio impiego annuale durò appena un mese... con grande disappunto di Svennis ma con grande gioia da parte mia e così tornai la domenica in Curva Nord a soffrire per la Lazio di Giorgione Chinaglia (allora Presidente) e mio idolo indiscusso. Da Long John ho imparato ad essere orgoglioso della mia Lazialità, a farne uno stile di vita e soprattutto ad essere battagliero e combattivo, senza paura! Perché la mia passione e la mia fede calcistica non si comprano.
I am UNTOUCHABLE!

Fonte: Internet - Lettera di Vincenzo Morabito